Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
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Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da Soysalserocubano Sab Lug 12 2014, 10:25
Yakushi... tipo problematico...
Stavo leggendo l' ennesima relazione negativa sul giovane Genin, fornitami dal mio allievo, e caposquadra della missione del recupero del rotolo, ed ero indeciso se punirlo o meno. Era decisamente capace, ma andava fin troppo di testa sua e questo per il villaggio poteva rappresentare un problema non di poco conto. Ok, gli darò una possibilità con una D in solitario... spero che non mi deluda.
Mi alzai dalla mia scrivania ed inviai tramite un aquila una lettera, con apposto il sigillo del Kage, al ragazzo con l' ordine di presentarsi il giorno dopo nel mio ufficio.
Stavo leggendo l' ennesima relazione negativa sul giovane Genin, fornitami dal mio allievo, e caposquadra della missione del recupero del rotolo, ed ero indeciso se punirlo o meno. Era decisamente capace, ma andava fin troppo di testa sua e questo per il villaggio poteva rappresentare un problema non di poco conto. Ok, gli darò una possibilità con una D in solitario... spero che non mi deluda.
Mi alzai dalla mia scrivania ed inviai tramite un aquila una lettera, con apposto il sigillo del Kage, al ragazzo con l' ordine di presentarsi il giorno dopo nel mio ufficio.
Statistiche di Hirame Hoto
Stato Fisico: Illeso.
Stato mentale: Adirato.
Forza: 240
Resistenza: 225
Velocità: 195
Chakra: 900
Equipaggiamento:
10 Kunai
20 Spiedi
20 Shuriken astro
1 Amplificatore Sonico indossato sul braccio destro
1 Canalizzazione delle Braccia
1 Flauto demoniaco
1 Parabraccio del Suono indossato sul braccio sinistro.
1 Spada del re babbuino legata dietro la schiena
1 Mantello
Soysalserocubano- Messaggi : 1528
Data d'iscrizione : 24.01.14 -
Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Sab Lug 12 2014, 11:12
Erano trascorsi alcuni giorni dagli eventi che avevano visto protagonisti me e altri due compagni di Oto.
In cerca di un rotolo trafugato dagli archivi del villaggio, ci ritrovammo invischiati in una contorta faccenda in cui erano implicati persino ninja di altri villaggi. Dopo un lungo ed estenuante viaggio, indagini labirintiche e alcuni combattimenti tutt’altro che semplici, ci imbattemmo in quello che, all’apparenza, poteva sembrare null’altro che un terribile incubo ma riuscimmo, grazie ai nostri sforzi congiunti, ad avere la meglio sulle malefiche viverne assetate del nostro sangue.
Quella mattina ero già sveglio da un bel pezzo, la mia usuale calma era messa alla prova già da un giorno intero, a causa della missiva inviatami nientemeno che dal Kokage in persona tramite un’aquila messaggera.
La lettera mi invitava a presentarmi all’ufficio del capo del villaggio proprio quella mattina. Mi ero a lungo domandato cosa potesse desiderare il Kokage da un semplice Genin anche se ero quasi sicuro che stesse per assegnarmi una nuova missione.
Tuttavia compresi che non era produttivo arrovellarsi il cervello su un quesito in quel momento irrisolvibile e decisi che l’unico modo per venire a capo dei miei dubbi fosse proprio di recarmi puntuale all’appuntamento, cercando di fare bella figura con colui che aveva in mano i fili del mio destino e del mio futuro di ninja.
Interrompendo il flusso di pensieri che vagava in quella direzione, iniziai a concentrarmi sui preparativi necessari per essere ricevuto dal Kokage. L’aspetto esteriore, ben sapevo, era il primo step su cui si soffermava il giudizio di una persona per cui decisi di indossare una tuta da ninja pulita e sopra di essa il mio immancabile camice bianco, anch’esso fresco di bucato. Lucidai il mio stetoscopio e rimpiazzai il paio di guanti di lattice che stavo indossando con un altro, nuovo, preso dalla scatola apposita.
Porterò con me il taccuino ma devo impormi di non tirarlo fuori in presenza del Kokage! Sarebbe malvisto e potrei perdere dei punti ai suoi occhi.
Afferrai il quadernetto di cuoio nero e dopo averne lisciato la copertina lo feci scivolare nella tasca interna del camice, un gesto inflazionato ma che ripetevo sempre con particolare convinzione. Amavo la mia routine e le mie piccole fissazioni e non avrei rinunciato mai e poi mai ad esse.
Non appena mi ritenni pronto a partire, varcai l’uscio di casa ed in un attimo fui in strada, pronto ad incamminarmi in direzione dell’ufficio del capo supremo di Oto.
Non ho mai conosciuto il Kokage né ho sentito parlare di lui accuratamente… Chissà che tipo è…
Involontariamente mi ritrovai a rimuginare su cosa avrei potuto aspettarmi da quella convocazione così tempestiva ed inaspettata. Non mi accorsi quasi di essere finalmente giunto di fronte all’edificio all’interno del quale era stata richiesta la mia presenza. Non mi persi d’animo di fronte alla maestosità del luogo ed entrai, varcando il fastoso ingresso e ritrovandomi in un ampio atrio in cui si affaccendavano alcuni segretari ed impiegati di minor conto. Uno di essi, un piccoletto tarchiato e stempiato, mi indirizzò al secondo piano. Al termine del lungo corridoio finestrato avrei trovato un’ampia porta di legno con battenti in metallo dorato: avrei dovuto bussare e quindi attendere che mi fosse concesso di entrare.
Seguii alla lettera le indicazioni del cordiale cicerone e mi ritrovai precisamente davanti alla porta appena descrittami. Afferrai uno dei due battenti e lo lasciai quindi ricadere sul supporto metallico per due volte. Se e quando mi avesse consentito l’ingresso mi sarei presentato al Kokage con un inchino e qualora mi avesse dato la parola avrei pronunciato un saluto riverente.
Sono Jointaku Yakushi, Genin del glorioso villaggio di Oto. E’ un onore e un piacere per me fare la sua conoscenza signore.
Bla bla bla… Ora coraggio, dimmi cosa vuoi!
In cerca di un rotolo trafugato dagli archivi del villaggio, ci ritrovammo invischiati in una contorta faccenda in cui erano implicati persino ninja di altri villaggi. Dopo un lungo ed estenuante viaggio, indagini labirintiche e alcuni combattimenti tutt’altro che semplici, ci imbattemmo in quello che, all’apparenza, poteva sembrare null’altro che un terribile incubo ma riuscimmo, grazie ai nostri sforzi congiunti, ad avere la meglio sulle malefiche viverne assetate del nostro sangue.
Quella mattina ero già sveglio da un bel pezzo, la mia usuale calma era messa alla prova già da un giorno intero, a causa della missiva inviatami nientemeno che dal Kokage in persona tramite un’aquila messaggera.
La lettera mi invitava a presentarmi all’ufficio del capo del villaggio proprio quella mattina. Mi ero a lungo domandato cosa potesse desiderare il Kokage da un semplice Genin anche se ero quasi sicuro che stesse per assegnarmi una nuova missione.
Tuttavia compresi che non era produttivo arrovellarsi il cervello su un quesito in quel momento irrisolvibile e decisi che l’unico modo per venire a capo dei miei dubbi fosse proprio di recarmi puntuale all’appuntamento, cercando di fare bella figura con colui che aveva in mano i fili del mio destino e del mio futuro di ninja.
Interrompendo il flusso di pensieri che vagava in quella direzione, iniziai a concentrarmi sui preparativi necessari per essere ricevuto dal Kokage. L’aspetto esteriore, ben sapevo, era il primo step su cui si soffermava il giudizio di una persona per cui decisi di indossare una tuta da ninja pulita e sopra di essa il mio immancabile camice bianco, anch’esso fresco di bucato. Lucidai il mio stetoscopio e rimpiazzai il paio di guanti di lattice che stavo indossando con un altro, nuovo, preso dalla scatola apposita.
Porterò con me il taccuino ma devo impormi di non tirarlo fuori in presenza del Kokage! Sarebbe malvisto e potrei perdere dei punti ai suoi occhi.
Afferrai il quadernetto di cuoio nero e dopo averne lisciato la copertina lo feci scivolare nella tasca interna del camice, un gesto inflazionato ma che ripetevo sempre con particolare convinzione. Amavo la mia routine e le mie piccole fissazioni e non avrei rinunciato mai e poi mai ad esse.
Non appena mi ritenni pronto a partire, varcai l’uscio di casa ed in un attimo fui in strada, pronto ad incamminarmi in direzione dell’ufficio del capo supremo di Oto.
Non ho mai conosciuto il Kokage né ho sentito parlare di lui accuratamente… Chissà che tipo è…
Involontariamente mi ritrovai a rimuginare su cosa avrei potuto aspettarmi da quella convocazione così tempestiva ed inaspettata. Non mi accorsi quasi di essere finalmente giunto di fronte all’edificio all’interno del quale era stata richiesta la mia presenza. Non mi persi d’animo di fronte alla maestosità del luogo ed entrai, varcando il fastoso ingresso e ritrovandomi in un ampio atrio in cui si affaccendavano alcuni segretari ed impiegati di minor conto. Uno di essi, un piccoletto tarchiato e stempiato, mi indirizzò al secondo piano. Al termine del lungo corridoio finestrato avrei trovato un’ampia porta di legno con battenti in metallo dorato: avrei dovuto bussare e quindi attendere che mi fosse concesso di entrare.
Seguii alla lettera le indicazioni del cordiale cicerone e mi ritrovai precisamente davanti alla porta appena descrittami. Afferrai uno dei due battenti e lo lasciai quindi ricadere sul supporto metallico per due volte. Se e quando mi avesse consentito l’ingresso mi sarei presentato al Kokage con un inchino e qualora mi avesse dato la parola avrei pronunciato un saluto riverente.
Sono Jointaku Yakushi, Genin del glorioso villaggio di Oto. E’ un onore e un piacere per me fare la sua conoscenza signore.
Bla bla bla… Ora coraggio, dimmi cosa vuoi!
Scheda di Jointaku Yakushi:
Stato Fisico: Illeso
Stato Mentale: Impaziente
Forza: 7
Resistenza: 7
Velocità: 6
Chakra: 90
Equipaggiamento:
1 x Shuriken Gigante (nel rotolo di pergamena)
5 x Carta Bomba (nel rotolo di pergamena)
3 x Bomba di luce
19 x Shuriken Astro
7 x Fumogeni
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Data d'iscrizione : 10.03.14
Età : 31
Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da Soysalserocubano Sab Lug 12 2014, 13:41
Con tutte queste carte da compilare non finirò mai!
Sentii bussare alla porta del mio ufficio e con un tono di voce alto diedi il permesso a chi era dall' altro lato di poter entra. Era il genin che avevo mandato a chiamare.
Sono Jointaku Yakushi, Genin del glorioso villaggio di Oto. E’ un onore e un piacere per me fare la sua conoscenza signore.
Per me non è altro che un disturbo venire a fare la tua conoscenza in questo modo. Lo fissai con occhi glaciali, desiderosi di prendersi la sua vita. Non avevo intenzione di far nulla più che intimorirlo, ma era anche un preavviso che volevo dargli prima di cominciare il mio discorso.
Sai, da quando sei diventato Genin non ricevo altro che rapporti poco lusinghieri, ed è un eufemismo, sul tuo conto. Dimostri poche capacità di adattamento ai tuo compagni e sopratutto non capisci che devi rispettare gli ordini. Dimmi un po' sei certo che vuoi diventare un ninja di Oto? Perchè io sono sul punto di cacciarti dal villaggio se continui così. Attesi una risposta che speravo non arrivasse se non per delle scuse sincere ed un' ammissione di colpa, odiavo i bugiardi e le persone false e quel ragazzo sembra avere entrambi i difetti.
Passiamo al motivo per cui ti ho convocato. Abbiamo ricevuto una richiesta d' aiuto dal tempio del Kurogane vivino a Kinyo. A quanto pare dei banditi hanno trafugato una importante reliquia che deve essere riportata quanto prima al posto. Al momento sei l' unico ninja disponibile per questa missione, ma ti farò raggiungere da qualcuno appena si libera. Va al tempio, lì ti sapranno spiegare meglio la situazione. Attesi che il ragazzo uscisse dalla mia stanza per riprendere a compilare le infinite scartoffie che riempivano la mia scrivania.
Sentii bussare alla porta del mio ufficio e con un tono di voce alto diedi il permesso a chi era dall' altro lato di poter entra. Era il genin che avevo mandato a chiamare.
Sono Jointaku Yakushi, Genin del glorioso villaggio di Oto. E’ un onore e un piacere per me fare la sua conoscenza signore.
Per me non è altro che un disturbo venire a fare la tua conoscenza in questo modo. Lo fissai con occhi glaciali, desiderosi di prendersi la sua vita. Non avevo intenzione di far nulla più che intimorirlo, ma era anche un preavviso che volevo dargli prima di cominciare il mio discorso.
Sai, da quando sei diventato Genin non ricevo altro che rapporti poco lusinghieri, ed è un eufemismo, sul tuo conto. Dimostri poche capacità di adattamento ai tuo compagni e sopratutto non capisci che devi rispettare gli ordini. Dimmi un po' sei certo che vuoi diventare un ninja di Oto? Perchè io sono sul punto di cacciarti dal villaggio se continui così. Attesi una risposta che speravo non arrivasse se non per delle scuse sincere ed un' ammissione di colpa, odiavo i bugiardi e le persone false e quel ragazzo sembra avere entrambi i difetti.
Passiamo al motivo per cui ti ho convocato. Abbiamo ricevuto una richiesta d' aiuto dal tempio del Kurogane vivino a Kinyo. A quanto pare dei banditi hanno trafugato una importante reliquia che deve essere riportata quanto prima al posto. Al momento sei l' unico ninja disponibile per questa missione, ma ti farò raggiungere da qualcuno appena si libera. Va al tempio, lì ti sapranno spiegare meglio la situazione. Attesi che il ragazzo uscisse dalla mia stanza per riprendere a compilare le infinite scartoffie che riempivano la mia scrivania.
Statistiche di Hirame Hoto
Stato Fisico: Illeso.
Stato mentale: Adirato.
Forza: 240
Resistenza: 225
Velocità: 195
Chakra: 900
Equipaggiamento:
10 Kunai
20 Spiedi
20 Shuriken astro
1 Amplificatore Sonico indossato sul braccio destro
1 Canalizzazione delle Braccia
1 Flauto demoniaco
1 Parabraccio del Suono indossato sul braccio sinistro.
1 Spada del re babbuino legata dietro la schiena
1 Mantello
- Istruzioni:
- 3 post da 15 in cui ti rechi al tempio e alla fine trovi un monaco del posto.
Soysalserocubano- Messaggi : 1528
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Lun Lug 14 2014, 12:45
Fui ricevuto dal Kokage in persona ma a malincuore dovetti riconoscere che non fui in grado di abbindolarlo con le mie parole melliflue.
Dopotutto è il Kokage, non l’ultimo arrivato… Però valeva la pena tentare!
Il capo villaggio si rivolse a me con uno sguardo intimidatorio e con parole taglienti. Mi rimproverò aspramente per alcuni miei comportamenti e mi minacciò infine sostenendo che era quasi propenso a cacciarmi dal villaggio.
Cacciarmi dal villaggio? Mi sembra una decisione fin troppo esagerata e mi sento di ipotizzare che stia solo fingendo per cercare di mettermi paura. Come al solito non avrei vantaggi dall’oppormi a lui quindi farò buon viso a cattivo gioco.
Finsi un’espressione contrita e dispiaciuta e risposi mestamente alle parole del Kokage.
So di essere un tipo con cui è alquanto difficile trattare, faccio fatica a relazionarmi con gli altri e sopporto a fatica gli ordini e le imposizioni…
Non è colpa mia se ho avuto a che fare solo con degli insulsi incompetenti del calibro di Naraku…
…Tuttavia so di poter essere utile al villaggio ed ho tutto l’interesse ad impegnarmi attivamente affinchè Oto prosperi e sia perfettamente al sicuro da incursioni esterne. La prego di far pervenire le mie scuse a chiunque si sia lamentato del mio comportamento, le assicuro che non si ripeterà.
Bene, sarai pure il Kokage, sarai pure un individuo fuori dal comune… ma io non sono da meno… Stanne pur certo!
Abbozzai un sorriso scenico ed ascoltai attentamente le direttive che il kage stava per fornirmi.
Passiamo al motivo per cui ti ho convocato. Abbiamo ricevuto una richiesta d' aiuto dal tempio del Kurogane vivino a Kinyo. A quanto pare dei banditi hanno trafugato una importante reliquia che deve essere riportata quanto prima al posto. Al momento sei l' unico ninja disponibile per questa missione, ma ti farò raggiungere da qualcuno appena si libera. Va al tempio, lì ti sapranno spiegare meglio la situazione.
Come immaginavo si tratta di un’altra missione insulsa ed inutile. Addirittura mi vedo costretto a rincorrere uno stupido feticcio per dei poveri stolti che venerano chissà quale culto ancestrale….
Uscii dall’ufficio del Kokage pronto a dirigermi al Tempio Kurogane che si trovava nei pressi della vicina Kinyo, la capitale del Paese del Riso; compilai quindi le varie noiose scartoffie necessarie affinchè le sentinelle mi consentissero di oltrepassare la porta del villaggio che mi avrebbe condotto al di fuori delle mura e fui quindi pronto ad incamminarmi lungo la strada maestra.
Non ero mai stato prima di allora a Kinyo ma la città, in quanto per l’appunto capitale del paese, era indubbiamente molto conosciuta e la strada per raggiungerla, tutt’altro che tortuosa, era nota a tutti.
La via che stavo percorrendo, benché si inoltrasse all’interno di un bosco, era molto trafficata e dovetti mantenermi all’argine della carreggiata per evitare di essere travolto dai numerosi carri di mercanti nel loro andirivieni da e verso Oto.
Non prestai alcuna attenzione alle chiacchiere infime delle carovane in viaggio e tirai dritto senza farmi distrarre dai colori e dai suoni vivaci e tentatori che provenivano dai carri.
Non devo distrarmi: l’obiettivo finale è l’unica cosa che conti!
Dopotutto è il Kokage, non l’ultimo arrivato… Però valeva la pena tentare!
Il capo villaggio si rivolse a me con uno sguardo intimidatorio e con parole taglienti. Mi rimproverò aspramente per alcuni miei comportamenti e mi minacciò infine sostenendo che era quasi propenso a cacciarmi dal villaggio.
Cacciarmi dal villaggio? Mi sembra una decisione fin troppo esagerata e mi sento di ipotizzare che stia solo fingendo per cercare di mettermi paura. Come al solito non avrei vantaggi dall’oppormi a lui quindi farò buon viso a cattivo gioco.
Finsi un’espressione contrita e dispiaciuta e risposi mestamente alle parole del Kokage.
So di essere un tipo con cui è alquanto difficile trattare, faccio fatica a relazionarmi con gli altri e sopporto a fatica gli ordini e le imposizioni…
Non è colpa mia se ho avuto a che fare solo con degli insulsi incompetenti del calibro di Naraku…
…Tuttavia so di poter essere utile al villaggio ed ho tutto l’interesse ad impegnarmi attivamente affinchè Oto prosperi e sia perfettamente al sicuro da incursioni esterne. La prego di far pervenire le mie scuse a chiunque si sia lamentato del mio comportamento, le assicuro che non si ripeterà.
Bene, sarai pure il Kokage, sarai pure un individuo fuori dal comune… ma io non sono da meno… Stanne pur certo!
Abbozzai un sorriso scenico ed ascoltai attentamente le direttive che il kage stava per fornirmi.
Passiamo al motivo per cui ti ho convocato. Abbiamo ricevuto una richiesta d' aiuto dal tempio del Kurogane vivino a Kinyo. A quanto pare dei banditi hanno trafugato una importante reliquia che deve essere riportata quanto prima al posto. Al momento sei l' unico ninja disponibile per questa missione, ma ti farò raggiungere da qualcuno appena si libera. Va al tempio, lì ti sapranno spiegare meglio la situazione.
Come immaginavo si tratta di un’altra missione insulsa ed inutile. Addirittura mi vedo costretto a rincorrere uno stupido feticcio per dei poveri stolti che venerano chissà quale culto ancestrale….
Uscii dall’ufficio del Kokage pronto a dirigermi al Tempio Kurogane che si trovava nei pressi della vicina Kinyo, la capitale del Paese del Riso; compilai quindi le varie noiose scartoffie necessarie affinchè le sentinelle mi consentissero di oltrepassare la porta del villaggio che mi avrebbe condotto al di fuori delle mura e fui quindi pronto ad incamminarmi lungo la strada maestra.
Non ero mai stato prima di allora a Kinyo ma la città, in quanto per l’appunto capitale del paese, era indubbiamente molto conosciuta e la strada per raggiungerla, tutt’altro che tortuosa, era nota a tutti.
La via che stavo percorrendo, benché si inoltrasse all’interno di un bosco, era molto trafficata e dovetti mantenermi all’argine della carreggiata per evitare di essere travolto dai numerosi carri di mercanti nel loro andirivieni da e verso Oto.
Non prestai alcuna attenzione alle chiacchiere infime delle carovane in viaggio e tirai dritto senza farmi distrarre dai colori e dai suoni vivaci e tentatori che provenivano dai carri.
Non devo distrarmi: l’obiettivo finale è l’unica cosa che conti!
Scheda di Jointaku Yakushi:
Stato Fisico: Illeso
Stato Mentale: Svogliato
Forza: 7
Resistenza: 7
Velocità: 6
Chakra: 90
Equipaggiamento:
1 x Shuriken Gigante (nel rotolo di pergamena)
5 x Carta Bomba (nel rotolo di pergamena)
4 x Bomba di luce
19 x Shuriken Astro
7 x Fumogeni
ShinraTensei- Messaggi : 668
Data d'iscrizione : 10.03.14
Età : 31
Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Lun Lug 14 2014, 13:02
Arrivato in prossimità di Kinyo mi accorsi immediatamente di quanto fosse diversa da Oto.
La città non addestrava ninja e basava il sostentamento dei propri abitanti unicamente sull’agricoltura, la pesca e quindi, obbligatoriamente, anche sul commercio.
Quella condizione sociale si rispecchiava inevitabilmente sulla predisposizione della città stessa: il fatto che fosse molto ricca ma senza un esercito imponeva che la città fosse protetta in maniera differente e le difese si potevano ammirare già da lontano: l’alta cinta di montagne che fiancheggiavano la città, abbracciandola come una madre, erano la prima forma di protezione che veniva poi culminata, sul lato opposto, da una serie di impervi scogli che chiudevano ogni accesso anche sulla porzione della città affacciata sul mare limpido. Il panorama, nel suo insieme, era indubbiamente inusuale ma risultava comunque uno spettacolo per gli occhi. Non sarebbe stato facile per nessuno entrare furtivamente nella città né, ovviamente, sarebbe stato semplice un assalto perpetrato da un esercito nemico. Fortunatamente la mia destinazione finale non era la città stessa ma il tempio Kurogane, situato poco lontano della città, in una delle montagne più basse della piccola catena che troneggiava su Kinyo.
Costeggiai il lato esterno della città e mi avvicinai alle pendici degli impervi monti, cercando un sentiero che mi potesse condurre agilmente in cima.
Girovagai svogliatamente tra le rocce puntute, scrutando ovunque, in ogni spaccatura, in ogni angusto spiraglio, sperando di intravedere una mulattiera, un viottolo di terra battuta,qualsiasi via che potesse evitarmi una scarpinata o, peggio ancora, un’arrampicata.
Mentre passeggiavo, sentendo crescere il nervosismo nel mio animo, allentavo la tensione picchiettando un ramo lungo e nodoso contro le pareti di roccia che torreggiavano imperiose a pochi centimetri da me.
Sono contrario a qualsiasi culto e a qualsiasi forma di idolatria. Qualsiasi cosa sia partorita dalla mente dell’uomo in totale fantasia e senza che vi sia alcun riscontro sensibile nella realtà, per me non è degno di esistere. Ora mi ritrovo addirittura costretto a sprecare il mio preziosissimo tempo alla ricerca di un tempio costruito unicamente allo scopo di venerare qualche divinità astrusa ed inesistente.
Irritato come non mai gettai via il mio rudimentale bastone da passeggio, scagliandolo con un rumore schioccante contro la nuda roccia. Mi avvicinai per raccoglierlo e, svoltando in una piccola curva naturale, sbucai in un piccolo spiazzo sterrato e mi piegai per raccattare il ramoscello secco. Quando rialzai la testa, come in un miraggio, spalancai gli occhi e vidi, scolpita nella pietra, un’altissima scalinata marmorea che conduceva in alto, sulla sommità del piccolo monte su cui era intagliata. Proprio in cima svettava, etereo, il tempio Kurogane, coi contorni indistinti a causa della lontananza.
Bene, finalmente un colpo di fortuna! Ora coraggio: ho un bel po’ di gradini da superare…
La città non addestrava ninja e basava il sostentamento dei propri abitanti unicamente sull’agricoltura, la pesca e quindi, obbligatoriamente, anche sul commercio.
Quella condizione sociale si rispecchiava inevitabilmente sulla predisposizione della città stessa: il fatto che fosse molto ricca ma senza un esercito imponeva che la città fosse protetta in maniera differente e le difese si potevano ammirare già da lontano: l’alta cinta di montagne che fiancheggiavano la città, abbracciandola come una madre, erano la prima forma di protezione che veniva poi culminata, sul lato opposto, da una serie di impervi scogli che chiudevano ogni accesso anche sulla porzione della città affacciata sul mare limpido. Il panorama, nel suo insieme, era indubbiamente inusuale ma risultava comunque uno spettacolo per gli occhi. Non sarebbe stato facile per nessuno entrare furtivamente nella città né, ovviamente, sarebbe stato semplice un assalto perpetrato da un esercito nemico. Fortunatamente la mia destinazione finale non era la città stessa ma il tempio Kurogane, situato poco lontano della città, in una delle montagne più basse della piccola catena che troneggiava su Kinyo.
Costeggiai il lato esterno della città e mi avvicinai alle pendici degli impervi monti, cercando un sentiero che mi potesse condurre agilmente in cima.
Girovagai svogliatamente tra le rocce puntute, scrutando ovunque, in ogni spaccatura, in ogni angusto spiraglio, sperando di intravedere una mulattiera, un viottolo di terra battuta,qualsiasi via che potesse evitarmi una scarpinata o, peggio ancora, un’arrampicata.
Mentre passeggiavo, sentendo crescere il nervosismo nel mio animo, allentavo la tensione picchiettando un ramo lungo e nodoso contro le pareti di roccia che torreggiavano imperiose a pochi centimetri da me.
Sono contrario a qualsiasi culto e a qualsiasi forma di idolatria. Qualsiasi cosa sia partorita dalla mente dell’uomo in totale fantasia e senza che vi sia alcun riscontro sensibile nella realtà, per me non è degno di esistere. Ora mi ritrovo addirittura costretto a sprecare il mio preziosissimo tempo alla ricerca di un tempio costruito unicamente allo scopo di venerare qualche divinità astrusa ed inesistente.
Irritato come non mai gettai via il mio rudimentale bastone da passeggio, scagliandolo con un rumore schioccante contro la nuda roccia. Mi avvicinai per raccoglierlo e, svoltando in una piccola curva naturale, sbucai in un piccolo spiazzo sterrato e mi piegai per raccattare il ramoscello secco. Quando rialzai la testa, come in un miraggio, spalancai gli occhi e vidi, scolpita nella pietra, un’altissima scalinata marmorea che conduceva in alto, sulla sommità del piccolo monte su cui era intagliata. Proprio in cima svettava, etereo, il tempio Kurogane, coi contorni indistinti a causa della lontananza.
Bene, finalmente un colpo di fortuna! Ora coraggio: ho un bel po’ di gradini da superare…
Scheda di Jointaku Yakushi:
Stato Fisico: Illeso
Stato Mentale: Soddisfatto
Forza: 7
Resistenza: 7
Velocità: 6
Chakra: 90
Equipaggiamento:
1 x Shuriken Gigante (nel rotolo di pergamena)
5 x Carta Bomba (nel rotolo di pergamena)
4 x Bomba di luce
19 x Shuriken Astro
7 x Fumogeni
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Età : 31
Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Lun Lug 14 2014, 13:18
La scarpinata mise a dura prova le mie capacità fisiche: i gradini erano molto alti ma soprattutto il loro numero era pressoché vicino all’infinito: ne contai almeno tre centinaia prima di stufarmi e smettere di enumerarli.
Finalmente, di fronte ai miei occhi, comparve la fine della scalinata, mossi gli ultimi, faticosissimi passi e mi trovai quindi in prossimità del famigerato tempio Kurogane. Mentre riprendevo fiato e recuperavo le forze diedi un’occhiata in giro ma venni immediatamente rapito dalla bellezza del tempio.
Uno spiazzo di mattoncini bianchi perfettamente incastrati si estendeva sotto i miei piedi, un piccolo sentiero di rocce posate sull’erba del prato che circondava l’edificio, indicava l’ingresso.
La costruzione era imponente e maestosa, interamente realizzata in mattoni rossi e gialli; un porticato di legno con una tettoia di tegole rosse gettava una piacevole ombra sullo spazio antistante il gigantesco portone di legno dorato che consentiva l’ingresso al tempio.
Apprezzai immediatamente il silenzio e la piacevolissima quiete che regnavano sovrani in quel luogo permeato di misticismo e mistero. Assaporai il tenue odore dell’erba bagnata dalla rugiada e infine mi riscossi pronto a muovermi verso il tempio, desideroso di iniziare a indagare sul furto .
Il tempio era la classica pagoda con linee sinuose, quattro piani dotati ciascuno di una propria tettoia spiovente con gli angoli incurvati all’insù.
Smisi di osservare il tempio e scrutai i dintorni alla ricerca di una forma di vita senziente cui rivolgere alcune domande.
Feci un giro nel giardino esterno, apprezzando gli alberi maestosi e l’erba curatissima, finchè mi imbattei in un uomo, seduto su una panchina con gli occhi chiusi, forse in meditazione. Notai immediatamente la tunica lunga di colore rosso ed i capelli rasati; la sua espressione infinitamente serena mi incuriosì ma fui costretto ad interrompere quella pratica così strana con una domanda rivolta al monaco.
Buongiorno a lei. Sono Jointaku Yakushi, Genin di Oto. Sono stato inviato dal Kokage per occuparmi del recente furto di cui siete stati vittima.
Finalmente, di fronte ai miei occhi, comparve la fine della scalinata, mossi gli ultimi, faticosissimi passi e mi trovai quindi in prossimità del famigerato tempio Kurogane. Mentre riprendevo fiato e recuperavo le forze diedi un’occhiata in giro ma venni immediatamente rapito dalla bellezza del tempio.
Uno spiazzo di mattoncini bianchi perfettamente incastrati si estendeva sotto i miei piedi, un piccolo sentiero di rocce posate sull’erba del prato che circondava l’edificio, indicava l’ingresso.
La costruzione era imponente e maestosa, interamente realizzata in mattoni rossi e gialli; un porticato di legno con una tettoia di tegole rosse gettava una piacevole ombra sullo spazio antistante il gigantesco portone di legno dorato che consentiva l’ingresso al tempio.
Apprezzai immediatamente il silenzio e la piacevolissima quiete che regnavano sovrani in quel luogo permeato di misticismo e mistero. Assaporai il tenue odore dell’erba bagnata dalla rugiada e infine mi riscossi pronto a muovermi verso il tempio, desideroso di iniziare a indagare sul furto .
Il tempio era la classica pagoda con linee sinuose, quattro piani dotati ciascuno di una propria tettoia spiovente con gli angoli incurvati all’insù.
Smisi di osservare il tempio e scrutai i dintorni alla ricerca di una forma di vita senziente cui rivolgere alcune domande.
Feci un giro nel giardino esterno, apprezzando gli alberi maestosi e l’erba curatissima, finchè mi imbattei in un uomo, seduto su una panchina con gli occhi chiusi, forse in meditazione. Notai immediatamente la tunica lunga di colore rosso ed i capelli rasati; la sua espressione infinitamente serena mi incuriosì ma fui costretto ad interrompere quella pratica così strana con una domanda rivolta al monaco.
Buongiorno a lei. Sono Jointaku Yakushi, Genin di Oto. Sono stato inviato dal Kokage per occuparmi del recente furto di cui siete stati vittima.
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da Soysalserocubano Lun Lug 14 2014, 20:54
La giornata era abbastanza tesa al tempio, la maggior parte dei giovani allievi si erano diretti alla ricerca del fuggitivo, nonché ladro. Cercavo qualche indizio su casi precedenti nell' archivio storico quando una voce mi interruppe.
Buongiorno a lei. Sono Jointaku Yakushi, Genin di Oto. Sono stato inviato dal Kokage per occuparmi del recente furto di cui siete stati vittima.
Ma come è vestito questo??? Ma siamo sicuri che sia un ninja? Speriamo bene...
Eccoti finalmente. Non so bene i dettagli dell' accaduto ma posso dirti che un tizio con la bandana sull' occhio ed una sciarpa viola stamattina è stato avvistato mentre scappava di qui. La maggior parte di noi sono già sulle sue tracce, sappiamo solo che è andato verso est. Il mio volto si fece più cupo. Se quella statuetta non torna al suo posto entro 24 ore il mondo finirà!!
Mostrai al ragazzo l'antica pergamena che conteneva la leggenda della statuetta. Fin'ora eravamo riusciti a tenerla al sicuro... per favore! Riportacela, e fai in fretta! Siamo nelle tua mani!
Buongiorno a lei. Sono Jointaku Yakushi, Genin di Oto. Sono stato inviato dal Kokage per occuparmi del recente furto di cui siete stati vittima.
Ma come è vestito questo??? Ma siamo sicuri che sia un ninja? Speriamo bene...
Eccoti finalmente. Non so bene i dettagli dell' accaduto ma posso dirti che un tizio con la bandana sull' occhio ed una sciarpa viola stamattina è stato avvistato mentre scappava di qui. La maggior parte di noi sono già sulle sue tracce, sappiamo solo che è andato verso est. Il mio volto si fece più cupo. Se quella statuetta non torna al suo posto entro 24 ore il mondo finirà!!
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Mar Lug 15 2014, 13:05
Il monaco replicò al mio saluto scrutandomi e mi sembrò di notare una parvenza di sollievo nella sua risposta subito sostituito però da un tono apprensivo e preoccupato. Stando ai dettagli forniti dall’uomo, il ladro della reliquia era un tipo strano che indossava una bandana a celare un occhio e una sciarpa viola al collo. Le sue tracce si dirigevano verso Est e alcuni dei monaci erano già alle sue calcagna.
A quel punto le parole del mio interlocutore assunsero una connotazione cupa e tetra.
Ma cosa farnetica questo povero pazzo?
Il monaco mi porse una pergamena sulla quale, a suo dire, era trascritta una infausta profezia secondo cui, qualora la statuetta trafugata non fosse tornata nel tempio Kurogane entro 24 ore dalla sua scomparsa, avremmo assistito all’inesorabile fine del mondo.
Ma come possono anche solo immaginare che un individuo dotato del benché minimo comprendonio creda a una fandonia di tale entità? Come può una volgare statuetta avere la facoltà di interrompere il delicato e costante equilibrio che esiste sulla terra da miliardi di anni?
Sarei quasi tentato di prendermi un giorno di pausa per vedere come esploderà il nostro pianeta senza la sua preziosa statuetta, ma non ho tempo da perdere: devo completare la missione nel minor tempo possibile.
Bene, può star certo che mi impegnerò al massimo perché la statuetta venga ricondotta al più presto nel vostro tempio. Dopotutto ne va del destino del nostro mondo e della sopravvivenza di tutti i suoi abitanti.
Può contare su di me!
Povero stolto! Tu e tutti i tuoi degni compari…
Mi congedai dal monaco e mi diressi verso est senza riuscire a trattenere un sorriso pensando a quanto avevo appena ascoltato.
A quel punto le parole del mio interlocutore assunsero una connotazione cupa e tetra.
Ma cosa farnetica questo povero pazzo?
Il monaco mi porse una pergamena sulla quale, a suo dire, era trascritta una infausta profezia secondo cui, qualora la statuetta trafugata non fosse tornata nel tempio Kurogane entro 24 ore dalla sua scomparsa, avremmo assistito all’inesorabile fine del mondo.
Ma come possono anche solo immaginare che un individuo dotato del benché minimo comprendonio creda a una fandonia di tale entità? Come può una volgare statuetta avere la facoltà di interrompere il delicato e costante equilibrio che esiste sulla terra da miliardi di anni?
Sarei quasi tentato di prendermi un giorno di pausa per vedere come esploderà il nostro pianeta senza la sua preziosa statuetta, ma non ho tempo da perdere: devo completare la missione nel minor tempo possibile.
Bene, può star certo che mi impegnerò al massimo perché la statuetta venga ricondotta al più presto nel vostro tempio. Dopotutto ne va del destino del nostro mondo e della sopravvivenza di tutti i suoi abitanti.
Può contare su di me!
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Mar Lug 15 2014, 13:27
Ripercorsi a ritroso il piccolo percorso di sassi che si stagliava sinuoso sul giardino perfettamente curato che costeggiava il tempio Kurogane. Mi ritrovai sullo spiazzo di mattoncini su cui ero sbucato al termine dell’altissima scalinata. Fortunatamente la direzione che avrei dovuto seguire non contemplava la discesa dei gradini, tirai un sospiro di sollievo e girai attorno al tempio, godendo per qualche altro secondo del piacevole silenzio e ammirando per l’ennesima volta la maestosa architettura dell’edificio.
Aggirato il luogo di culto, mi ritrovai di fronte una serie di picchi appartenenti alla medesima catena montuosa di quella su cui era arroccato il tempio e notai immediatamente un sentiero di terra battuta che si insinuava tra due pareti di pietra e che conduceva proprio verso Est.
Ho un buon presentimento! Forse il ladro fuggitivo si è diretto proprio da quella parte. Dopotutto vale la pena tentare!
Diedi un ultimo sguardo al santuario di Kurogane e me lo lasciai finalmente alle spalle addentrandomi tra le rocce. La natura verdeggiante così presente e così vitale nei dintorni del tempio divenne istantaneamente un lontano ricordo nel momento esatto in cui svoltai l’angolo seguendo il sentiero serpeggiante tra i monti. Il paesaggio era brullo ed inospitale, spazzato da venti freddi e abitato unicamente da sterpaglie bruciate dal sole e da muschi umidicci nelle intercapedini tra le rocce laddove i raggi dell’astro lucente non arrivavano.
Il presentimento positivo di pochi istanti prima svanì repentinamente lasciando il posto ad una sensazione di malinconia ed incertezza. Istintivamente accarezzai il portaoggetti per assicurarmi, inconsciamente, che le armi fossero al loro posto e che fossi pronto a proteggermi da qualsiasi cosa sarebbe potuta accadere da lì a poco in quel luogo scomodo e deserto.
Qui nei paraggi ci sono innumerevoli nascondigli in cui un eventuale ladro, rincorso da un manipolo di monaci, avrebbe potuto rifugiarsi, se solo avesse voluto.
Mi guardai intorno e mi soffermai su un cunicolo stretto ma sufficientemente grande da consentire ad un uomo adulto di accedere al suo interno.
Potrebbe essere anche lì! E perché no… potrebbe essersi nascosto anche nell’alveo di quel piccolo ruscello ormai estinto.
Proseguii a rilento, puntando sempre verso Est e senza abbandonare il sentiero che stavo calpestando fin dall’inizio.
Aggirato il luogo di culto, mi ritrovai di fronte una serie di picchi appartenenti alla medesima catena montuosa di quella su cui era arroccato il tempio e notai immediatamente un sentiero di terra battuta che si insinuava tra due pareti di pietra e che conduceva proprio verso Est.
Ho un buon presentimento! Forse il ladro fuggitivo si è diretto proprio da quella parte. Dopotutto vale la pena tentare!
Diedi un ultimo sguardo al santuario di Kurogane e me lo lasciai finalmente alle spalle addentrandomi tra le rocce. La natura verdeggiante così presente e così vitale nei dintorni del tempio divenne istantaneamente un lontano ricordo nel momento esatto in cui svoltai l’angolo seguendo il sentiero serpeggiante tra i monti. Il paesaggio era brullo ed inospitale, spazzato da venti freddi e abitato unicamente da sterpaglie bruciate dal sole e da muschi umidicci nelle intercapedini tra le rocce laddove i raggi dell’astro lucente non arrivavano.
Il presentimento positivo di pochi istanti prima svanì repentinamente lasciando il posto ad una sensazione di malinconia ed incertezza. Istintivamente accarezzai il portaoggetti per assicurarmi, inconsciamente, che le armi fossero al loro posto e che fossi pronto a proteggermi da qualsiasi cosa sarebbe potuta accadere da lì a poco in quel luogo scomodo e deserto.
Qui nei paraggi ci sono innumerevoli nascondigli in cui un eventuale ladro, rincorso da un manipolo di monaci, avrebbe potuto rifugiarsi, se solo avesse voluto.
Mi guardai intorno e mi soffermai su un cunicolo stretto ma sufficientemente grande da consentire ad un uomo adulto di accedere al suo interno.
Potrebbe essere anche lì! E perché no… potrebbe essersi nascosto anche nell’alveo di quel piccolo ruscello ormai estinto.
Proseguii a rilento, puntando sempre verso Est e senza abbandonare il sentiero che stavo calpestando fin dall’inizio.
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Mar Lug 15 2014, 19:09
L’ennesima curva, percorsa a passo incredibilmente lento e misurato, mi riservò uno scenario inaspettato che mi lasciò attonito e momentaneamente senza fiato. Sul terreno roccioso giacevano alcune figure vestite di rosso; già da quella distanza compresi di cosa si trattasse.
Senza curarmi dei possibili rischi a cui mi sarei potuto esporre con quel movimento istintivo e sconsiderato, mi precipitai rapidamente in quella direzione e arrivai immediatamente nella porzione di sentiero che stavo osservando, basito, fino a qualche istante prima. Di fronte a me, ai miei piedi, giacevano alcuni monaci, immobili, quasi sicuramente morti. Mi avvicinai al primo e tastai con l’indice ed il medio il polso, cercando al tocco l’arteria radiale, sperando di individuare la pulsazione ma immediatamente mi accorsi che non c’era battito e mi rassegnai. Mi spostai verso il secondo corpo inerme a terra e di nuovo poggiai le due dita sul collo tastando la carotide ma di nuovo non avvertii la minima pulsazione. Erano tutti morti. Sbattei con forza il pugno a terra, rimpiangendo di essere arrivato troppo tardi perdendo così la possibilità di beccare il ladro. Avrei potuto chiudere la missione in tempo record… ma ormai il ladro sarà scappato chissà dove! Non ho modo di trovarlo a questo punto…
Guardai di nuovo il gruppo di monaci stesi a terra in posizioni innaturali e totalmente immobili, bloccati nell’istante della morte, con i volti contratti in una smorfia di indicibile terrore.
Non mi corrucciai affatto per la loro tragica dipartita né provai compassione per loro; ero semplicemente furioso per aver perso un’importante occasione di beccare il fuggitivo prima che si dileguasse nel nulla.
Ero ormai del tutto rassegnato al fallimento inesorabile ma, più per sfizio che per reale interesse, mi avvicinai al corpo più lontano e poggiai un dito sotto il naso. Ebbi immediatamente un sussulto: quell’uomo respirava ancora! Il respiro era flebile ma c’era ed era costante.
E bravo il mio sopravvissuto! Spero che tu abbia visto qualcosa e che mi sappia indirizzare sulla pista giusta!
Senza curarmi dei possibili rischi a cui mi sarei potuto esporre con quel movimento istintivo e sconsiderato, mi precipitai rapidamente in quella direzione e arrivai immediatamente nella porzione di sentiero che stavo osservando, basito, fino a qualche istante prima. Di fronte a me, ai miei piedi, giacevano alcuni monaci, immobili, quasi sicuramente morti. Mi avvicinai al primo e tastai con l’indice ed il medio il polso, cercando al tocco l’arteria radiale, sperando di individuare la pulsazione ma immediatamente mi accorsi che non c’era battito e mi rassegnai. Mi spostai verso il secondo corpo inerme a terra e di nuovo poggiai le due dita sul collo tastando la carotide ma di nuovo non avvertii la minima pulsazione. Erano tutti morti. Sbattei con forza il pugno a terra, rimpiangendo di essere arrivato troppo tardi perdendo così la possibilità di beccare il ladro. Avrei potuto chiudere la missione in tempo record… ma ormai il ladro sarà scappato chissà dove! Non ho modo di trovarlo a questo punto…
Guardai di nuovo il gruppo di monaci stesi a terra in posizioni innaturali e totalmente immobili, bloccati nell’istante della morte, con i volti contratti in una smorfia di indicibile terrore.
Non mi corrucciai affatto per la loro tragica dipartita né provai compassione per loro; ero semplicemente furioso per aver perso un’importante occasione di beccare il fuggitivo prima che si dileguasse nel nulla.
Ero ormai del tutto rassegnato al fallimento inesorabile ma, più per sfizio che per reale interesse, mi avvicinai al corpo più lontano e poggiai un dito sotto il naso. Ebbi immediatamente un sussulto: quell’uomo respirava ancora! Il respiro era flebile ma c’era ed era costante.
E bravo il mio sopravvissuto! Spero che tu abbia visto qualcosa e che mi sappia indirizzare sulla pista giusta!
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da Soysalserocubano Mar Lug 15 2014, 22:44
Dove sono? Aprii gli occhi e respiravo ancora. Credevo di essere morto... Io e i miei compagni ci eravamo scontrati con il ladro che mi aveva lasciato in terra in fin di vita ed ora, con le ultime forse, mostravo al mondo la mia voglia di vivere. Un ragazzo si avvicinò a me e sembrava un dottore anche se aveva un coprifronte di un villaggio. Mise un dito sotto il mio naso per accertarsi che respirassi. Così gli afferrai il braccio. O...to. Sei... solo?? Dove... sono...i tuoi... compagni?? Parlare mi affaticava parecchio ma dovevo fornire indicazioni al ragazzo. Il ladro... è forte... Prosegui... nord-est... cava di pietra. Svenni per lo sforzo profuso.
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Mer Lug 16 2014, 12:18
Era inequivocabile: il monaco presso cui mi ero fermato, respirava ancora sebbene ogni espirazione fosse flebile e non lasciasse presagire nulla di buono.
Devo cercare di farlo rinvenire sperando che sia in grado di fornirmi qualche indicazione utile sulla direzione verso la quale il fuggitivo si è dileguato.
Improvvisamente il braccio col quale mi ero avvicinato al volto del monaco venne afferrato dal braccio dello stesso, con una forza quasi inaspettata per un uomo che versava in quelle condizioni.
Ha già ripreso i sensi!
Al contrario di quanto temevo, il monaco era in grado di intendere e di volere e, come nemmeno nei miei sogni più ottimistici avrei mai potuto sperare, iniziò a bisbigliare alcune sillabe di difficile comprensione. Avvicinai l’orecchio per cogliere le parole che il monaco mi rivolse e compresi immediatamente che la sua intenzione era fornirmi un indizio.
Il ladro... è forte... Prosegui... nord-est... cava di pietra.
Mi affrettai ad afferrare il mio taccuino nella speranza che ci fosse qualcos’altro ma il mio gesto fu subito vanificato: il monaco in fin di vita perse di nuovo conoscenza e capii immediatamente che non ci sarebbe stato verso di carpirgli ulteriori dettagli.
Per scrupolo, appuntai rapidamente le poche parole davvero significative che ero riuscito a cogliere da quella breve e balbettante conversazione a senso unico.
Nord-est. Cava di pietra. In effetti non avrei potuto sperare di meglio. Ora ho una nuova pista da seguire… Spero solo che si riveli corretta ed attendibile e non soltanto il delirio di un poveraccio morente…
Riposi il taccuino nella tasca interna del camice e lasciai il monaco ferito al suo destino, augurandogli che qualcuno lo raggiungesse al più presto per fornirgli le cure di cui necessitava.
Mi rialzai di scatto ma subito la mia mente venne attraversata da un inconscio pensiero.
Il ladro è forte. Questo è ciò che ha detto il monaco. Forse è il caso che stia attento…
Mi mossi verso nord-est deviando leggermente dal sentiero che stavo percorrendo fino a pochi minuti prima e sul quale avevo rinvenuto i corpi senza vita del gruppo di religiosi del tempio. Mi inerpicai su una piccola salita ghiaiosa su cui le mie calzature sdrucciolavano implacabilmente, mi aggrappai ad una sporgenza nella roccia per evitare di scivolare giù alle pendici dell’erta e riuscii a scalare finalmente l’ostacolo.
Devo cercare di farlo rinvenire sperando che sia in grado di fornirmi qualche indicazione utile sulla direzione verso la quale il fuggitivo si è dileguato.
Improvvisamente il braccio col quale mi ero avvicinato al volto del monaco venne afferrato dal braccio dello stesso, con una forza quasi inaspettata per un uomo che versava in quelle condizioni.
Ha già ripreso i sensi!
Al contrario di quanto temevo, il monaco era in grado di intendere e di volere e, come nemmeno nei miei sogni più ottimistici avrei mai potuto sperare, iniziò a bisbigliare alcune sillabe di difficile comprensione. Avvicinai l’orecchio per cogliere le parole che il monaco mi rivolse e compresi immediatamente che la sua intenzione era fornirmi un indizio.
Il ladro... è forte... Prosegui... nord-est... cava di pietra.
Mi affrettai ad afferrare il mio taccuino nella speranza che ci fosse qualcos’altro ma il mio gesto fu subito vanificato: il monaco in fin di vita perse di nuovo conoscenza e capii immediatamente che non ci sarebbe stato verso di carpirgli ulteriori dettagli.
Per scrupolo, appuntai rapidamente le poche parole davvero significative che ero riuscito a cogliere da quella breve e balbettante conversazione a senso unico.
Nord-est. Cava di pietra. In effetti non avrei potuto sperare di meglio. Ora ho una nuova pista da seguire… Spero solo che si riveli corretta ed attendibile e non soltanto il delirio di un poveraccio morente…
Riposi il taccuino nella tasca interna del camice e lasciai il monaco ferito al suo destino, augurandogli che qualcuno lo raggiungesse al più presto per fornirgli le cure di cui necessitava.
Mi rialzai di scatto ma subito la mia mente venne attraversata da un inconscio pensiero.
Il ladro è forte. Questo è ciò che ha detto il monaco. Forse è il caso che stia attento…
Mi mossi verso nord-est deviando leggermente dal sentiero che stavo percorrendo fino a pochi minuti prima e sul quale avevo rinvenuto i corpi senza vita del gruppo di religiosi del tempio. Mi inerpicai su una piccola salita ghiaiosa su cui le mie calzature sdrucciolavano implacabilmente, mi aggrappai ad una sporgenza nella roccia per evitare di scivolare giù alle pendici dell’erta e riuscii a scalare finalmente l’ostacolo.
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Mer Lug 16 2014, 12:38
Sbucai sulla sommità di un minuscolo picco squadrato e da quell’altezza scrutai ciò che accadeva sotto di me. Non notai il minimo segno di vita né un movimento poco più che impercettibile.
Cercai con lo sguardo la cava di pietra, una delle irrisorie indicazioni estrapolate dai sussurri sommesso del monaco morente; non riuscii ad avvistare nulla che assomigliasse anche solo lontanamente al mio obiettivo per cui focalizzai la mia attenzione proprio verso nord-est, seguendo pedissequamente anche la seconda indicazione fornitami dal ferito. Circa 5 m più in basso rispetto alla posizione in cui mi trovavo in quel frangente, intravidi, a malapena, un sentiero appena accennato che serpeggiava tra le rocce perdendosi dietro alcuni cucuzzoli montuosi senza che lo sguardo potesse distinguere fin dove arrivasse.
Non sono sicuro che sia la strada giusta ma almeno è senza ombra di dubbio la strada più semplice da percorrere…
Scesi con fatica dalla piccola guglia su cui ero appollaiato e raggiunsi il sentiero scorto pochi istanti prima quasi a quattro zampe a causa del percorso accidentato sul quale avevo perso ripetutamente l’equilibrio. Rivolsi uno sguardo preoccupato alle mie mani: i guanti di lattice erano strappati in più punti ed avevo solo un altro paio, identico, con cui sostituirli. Tolsi il paio malridotto e indossai quello nuovo, muovendo le dita affinchè calzasse alla perfezione; appallottolai quindi i guanti strappati l’uno nell’altro e li misi in tasca.
Maledette strade per stambecchi… ma dove sono finito?!
Percorsi il sentiero con particolare attenzione, guardando a terra per evitare di mettere un piede in fallo.
La mia prima missione mi è servita di lezione in questo senso…
Il sentiero non era particolarmente lungo ed arrivai in breve tempo al punto in cui si interrompeva insinuandosi tra alcuni picchi, come avevo visto dall’alto poco prima.
Superai quella sezione districandomi tra alcune rocce e sbucai al di sopra di una piccola valle situata a ridosso delle pendici di una serie di monticcioli. Di fronte a me si apriva uno spiazzo esteso e di fronte ad esso era impossibile non notare un’apertura nella pietra.
Scesi velocemente e misi piede nello spiazzo antistante la grotta. Non mi avvicinai troppo ad essa preferendo, per il momento, guardarmi intorno e studiare l’ambiente.
Cercai con lo sguardo la cava di pietra, una delle irrisorie indicazioni estrapolate dai sussurri sommesso del monaco morente; non riuscii ad avvistare nulla che assomigliasse anche solo lontanamente al mio obiettivo per cui focalizzai la mia attenzione proprio verso nord-est, seguendo pedissequamente anche la seconda indicazione fornitami dal ferito. Circa 5 m più in basso rispetto alla posizione in cui mi trovavo in quel frangente, intravidi, a malapena, un sentiero appena accennato che serpeggiava tra le rocce perdendosi dietro alcuni cucuzzoli montuosi senza che lo sguardo potesse distinguere fin dove arrivasse.
Non sono sicuro che sia la strada giusta ma almeno è senza ombra di dubbio la strada più semplice da percorrere…
Scesi con fatica dalla piccola guglia su cui ero appollaiato e raggiunsi il sentiero scorto pochi istanti prima quasi a quattro zampe a causa del percorso accidentato sul quale avevo perso ripetutamente l’equilibrio. Rivolsi uno sguardo preoccupato alle mie mani: i guanti di lattice erano strappati in più punti ed avevo solo un altro paio, identico, con cui sostituirli. Tolsi il paio malridotto e indossai quello nuovo, muovendo le dita affinchè calzasse alla perfezione; appallottolai quindi i guanti strappati l’uno nell’altro e li misi in tasca.
Maledette strade per stambecchi… ma dove sono finito?!
Percorsi il sentiero con particolare attenzione, guardando a terra per evitare di mettere un piede in fallo.
La mia prima missione mi è servita di lezione in questo senso…
Il sentiero non era particolarmente lungo ed arrivai in breve tempo al punto in cui si interrompeva insinuandosi tra alcuni picchi, come avevo visto dall’alto poco prima.
Superai quella sezione districandomi tra alcune rocce e sbucai al di sopra di una piccola valle situata a ridosso delle pendici di una serie di monticcioli. Di fronte a me si apriva uno spiazzo esteso e di fronte ad esso era impossibile non notare un’apertura nella pietra.
Scesi velocemente e misi piede nello spiazzo antistante la grotta. Non mi avvicinai troppo ad essa preferendo, per il momento, guardarmi intorno e studiare l’ambiente.
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da Soysalserocubano Gio Lug 17 2014, 16:15
- Codice:
Il ragazzo si trovava di fronte all' entrata e la varcò. Grande fu la sua sorpresa quando scoprì che c' erano 2 sentieri. Ora doveva scegliere quale strada intraprendere.
- Istruzioni:
- 1 Post: Scegli destra o sinistra ed incamminati in un sentiero stretto e con poca luce...
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Gio Lug 17 2014, 21:28
Una veloce panoramica dei dintorni a 360 gradi mi consentì di appurare che non c’era anima viva all’interno del mio raggio visivo. Rivolsi pertanto nuovamente lo sguardo alla profonda imboccatura della caverna di fronte alla quale ero immobile già da qualche minuto.
Entrare sarebbe controproducente in questo momento… mi converrebbe aspettare che il fuggitivo esca in cerca di provviste o di qualcosa da bere e potrei catturarlo facilmente. Addentrarmi nella tana del lupo senza alcuna informazione e quasi alla cieca potrebbe essere alquanto pericoloso! Non è escluso che il nemico possa nascondersi nelle tenebre, in qualche anfratto, per attaccarmi di soppiatto.
Però sono costretto ad entrare… Innanzitutto perché la grotta potrebbe avere un’uscita secondaria ed in secondo luogo, anche se odio ammetterlo, la scadenza delle 24 ore intimatami dal monaco pende sulla mia testa come una spada di damocle! Chissà cosa potrebbero inventarsi se torno con la statuetta in ritardo rispetto al time-out prefissato…
A passi lenti e misurati mi avvicinai alla caverna, scalpicciando sull’ampio spiazzo pietroso su cui mi ero ritrovato a sostare mentre ero sovrappensiero.
A malincuore mi costrinsi a varcare la soglia, dovetti piegarmi leggermente per poter entrare comodamente nel soffitto basso ma fortunatamente, dopo pochi metri incontrai una leggera pendenza e potei raddrizzare la schiena riacquistando la postura eretta cui ero abituato.
Maledetti cunicoli per nani!
Proseguii per alcuni metri, con la mano destra sempre appiccicata alla parete, per non rischiare di perdere l’orientamento e per mantenere l’equilibrio in quel budello umido e tenebroso.
Di fronte ai miei occhi apparve quindi ciò che mai avrei sperato di dover incontrare: un bivio. Le due imboccature si biforcavano esattamente nel mezzo e sembravano del tutto uguali. Non un’indicazione né una minima traccia che potesse indirizzarmi sulla strada giusta.
Rimuginai a lungo su quale sarebbe potuta essere l’opzione preferibile ma qualsiasi ragionamento intendessi intraprendere cozzava irrimediabilmente contro la labilità delle informazioni in mio possesso. C’era poco da inventarsi: dovevo scegliere senza troppi arzigogoli mentali. Era un out-out, un 50 e 50. Un testa o croce: avrei potuto tranquillamente esimermi dalla responsabilità di aver compiuto la decisione errata lanciando in aria una moneta. Mi imposi però di non affidare al caso la riuscita della mia missione; chiusi gli occhi e imboccai il sentiero di destra riaprendoli soltanto quando il bivio era ormai alle mie spalle, dandomi l’impressione che la decisione presa fosse ormai irrevocabile.
Proseguii imperterrito lungo quel percorso, sperando con tutto il cuore che fosse quello giusto.
Ma giusto per cosa?
Mi ritrovai in una galleria stretta, angusta. Definirla scarsamente illuminata sarebbe stato un mero eufemismo: quel cunicolo era buio e la vista era messa a dura prova tra quelle rocce dure ed impenetrabili. Tirai dritto, senza timore, iniziando però a rimpiangere la scelta compiuta solo poco tempo prima.
Entrare sarebbe controproducente in questo momento… mi converrebbe aspettare che il fuggitivo esca in cerca di provviste o di qualcosa da bere e potrei catturarlo facilmente. Addentrarmi nella tana del lupo senza alcuna informazione e quasi alla cieca potrebbe essere alquanto pericoloso! Non è escluso che il nemico possa nascondersi nelle tenebre, in qualche anfratto, per attaccarmi di soppiatto.
Però sono costretto ad entrare… Innanzitutto perché la grotta potrebbe avere un’uscita secondaria ed in secondo luogo, anche se odio ammetterlo, la scadenza delle 24 ore intimatami dal monaco pende sulla mia testa come una spada di damocle! Chissà cosa potrebbero inventarsi se torno con la statuetta in ritardo rispetto al time-out prefissato…
A passi lenti e misurati mi avvicinai alla caverna, scalpicciando sull’ampio spiazzo pietroso su cui mi ero ritrovato a sostare mentre ero sovrappensiero.
A malincuore mi costrinsi a varcare la soglia, dovetti piegarmi leggermente per poter entrare comodamente nel soffitto basso ma fortunatamente, dopo pochi metri incontrai una leggera pendenza e potei raddrizzare la schiena riacquistando la postura eretta cui ero abituato.
Maledetti cunicoli per nani!
Proseguii per alcuni metri, con la mano destra sempre appiccicata alla parete, per non rischiare di perdere l’orientamento e per mantenere l’equilibrio in quel budello umido e tenebroso.
Di fronte ai miei occhi apparve quindi ciò che mai avrei sperato di dover incontrare: un bivio. Le due imboccature si biforcavano esattamente nel mezzo e sembravano del tutto uguali. Non un’indicazione né una minima traccia che potesse indirizzarmi sulla strada giusta.
Rimuginai a lungo su quale sarebbe potuta essere l’opzione preferibile ma qualsiasi ragionamento intendessi intraprendere cozzava irrimediabilmente contro la labilità delle informazioni in mio possesso. C’era poco da inventarsi: dovevo scegliere senza troppi arzigogoli mentali. Era un out-out, un 50 e 50. Un testa o croce: avrei potuto tranquillamente esimermi dalla responsabilità di aver compiuto la decisione errata lanciando in aria una moneta. Mi imposi però di non affidare al caso la riuscita della mia missione; chiusi gli occhi e imboccai il sentiero di destra riaprendoli soltanto quando il bivio era ormai alle mie spalle, dandomi l’impressione che la decisione presa fosse ormai irrevocabile.
Proseguii imperterrito lungo quel percorso, sperando con tutto il cuore che fosse quello giusto.
Ma giusto per cosa?
Mi ritrovai in una galleria stretta, angusta. Definirla scarsamente illuminata sarebbe stato un mero eufemismo: quel cunicolo era buio e la vista era messa a dura prova tra quelle rocce dure ed impenetrabili. Tirai dritto, senza timore, iniziando però a rimpiangere la scelta compiuta solo poco tempo prima.
Scheda di Jointaku Yakushi:
Stato Fisico: Illeso
Stato Mentale: Attento
Forza: 7
Resistenza: 7
Velocità: 6
Chakra: 90
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1 x Shuriken Gigante (nel rotolo di pergamena)
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da Soysalserocubano Ven Lug 18 2014, 19:38
- Codice:
Il giovane ninja di Oto scelse incautamente la parte sinistra e si ritrovò in una corridoio stretto e angusto. Mise il piede in fallo e attivò una trappola che lo fece precipitare in una stanza vuota. Nella stanza non c'è quasi nulla,tranne che un grosso sarcofago di pietra. Su questo sarcofago ci sono 5 quadrati. In quattro di essi ci sono una bella donna, un cavallo imbizzarrito, un vecchio superbo e un un militare giovane che portava uno stemma di una casata nobile. Ora doveva vedere come uscirne.
- Istruzioni:
- 2 post da 15. Nel primo percorri un po' il percorso e poi fai scattare la trappola. Nel secondo ti ritrovi nella stanza dove su una parete ci 5 simboli. Cliccane uno che sia collegato alle figure del sarcofago.
Se indovini (lo dirò io nel prossimo post) si attiva un jutsu che ti riporta all' entrata con le 2 scelte. Altrimenti scivolerai in un corridoio con trappole rotanti che ti faranno 2 danni lievi.
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Ven Lug 18 2014, 20:24
Il percorso sinuoso tra le strette mura rocciose sembrava non voler terminare mai. Mi rifiutavo di staccare la mano dalla parete, disorientato dal buio profondo e dal silenzio impenetrabile. Mi guardai alle spalle, cercando uno spiraglio di luce proveniente dall’entrata ma inutilmente; fui più volte tentato di tornare sui miei passi, temendo di essermi infilato in un budello senza fondo che, restringendosi, mi avrebbe intrappolato inesorabilmente nella nuda pietra.
No! E’ impossibile che un fuggitivo vada a nascondersi in un luogo del genere… Ok, è sicuramente ben celato ma nel caso in cui qualcuno riuscisse a raggiungerlo non avrebbe vie di fuga. L’unica speranza che mi resta è che questo cunicolo abbia una seconda uscita altrimenti dovrò rassegnarmi ad ammettere che ho optato per la direzione erronea e sarò costretto a tornare al bivio che ho appena superato.
Il percorso continuava a restringersi e la mia andatura diventava sempre meno comoda e man mano più affannosa anche a causa dell’aria viziata che si respirava in quello spazio angusto.
Mossi un ulteriore passo, staccando il piede dalla roccia ruvida ed aspra e muovendolo in avanti, per l’ennesima volta, poggiandolo su una superficie liscia e compatta.
Ma cosa…?!
Non ebbi nemmeno il tempo di rendermi conto di quello che stava succedendo: uno strano meccanismo, sicuramente innescato dal pulsante celato nel pavimento su cui avevo appena poggiato il piede, fece spalancare una botola sotto di me e rimasi per un nanosecondo sospeso nell’aria prima di precipitare nel vuoto, non potendo più contare su un appoggio al di sotto delle mie suole.
E’ finita per me! Come uno stolto sono incappato in una trappola da principianti ed ora sono in caduta libera. Spero di morire sul colpo a causa dell’impatto e di non essere costretto a patire una lunga agonia a causa delle ferite rischiando addirittura di morire di inedia in un baratro oscuro e malsano.
No! E’ impossibile che un fuggitivo vada a nascondersi in un luogo del genere… Ok, è sicuramente ben celato ma nel caso in cui qualcuno riuscisse a raggiungerlo non avrebbe vie di fuga. L’unica speranza che mi resta è che questo cunicolo abbia una seconda uscita altrimenti dovrò rassegnarmi ad ammettere che ho optato per la direzione erronea e sarò costretto a tornare al bivio che ho appena superato.
Il percorso continuava a restringersi e la mia andatura diventava sempre meno comoda e man mano più affannosa anche a causa dell’aria viziata che si respirava in quello spazio angusto.
Mossi un ulteriore passo, staccando il piede dalla roccia ruvida ed aspra e muovendolo in avanti, per l’ennesima volta, poggiandolo su una superficie liscia e compatta.
Ma cosa…?!
Non ebbi nemmeno il tempo di rendermi conto di quello che stava succedendo: uno strano meccanismo, sicuramente innescato dal pulsante celato nel pavimento su cui avevo appena poggiato il piede, fece spalancare una botola sotto di me e rimasi per un nanosecondo sospeso nell’aria prima di precipitare nel vuoto, non potendo più contare su un appoggio al di sotto delle mie suole.
E’ finita per me! Come uno stolto sono incappato in una trappola da principianti ed ora sono in caduta libera. Spero di morire sul colpo a causa dell’impatto e di non essere costretto a patire una lunga agonia a causa delle ferite rischiando addirittura di morire di inedia in un baratro oscuro e malsano.
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Sab Lug 19 2014, 11:55
Differentemente da ogni mia pessimistica previsione, la mia caduta durò solo qualche istante: precipitai per qualche metro e ricaddi pesantemente sulla schiena, impattando con forza sulla dura roccia grigia.
Il colpo mi mozzò il respiro ed impiegai alcuni minuti per recuperare fiato e riprendermi dalla paura e dal dolore per la caduta. Mi massaggiai a lungo la schiena, torcendo il collo per assicurarmi che nessun osso fosse fuori dal suo alloggiamento o addirittura rotto.
Non appena fui certo di non aver riportato gravi lesioni, ritornai in me e cercai di studiare il nuovo ambiente in cui ero inaspettatamente piombato: era una stanza di media grandezza, con pareti di pietra su tutti e quattro i lati. Non v’era quasi nulla all’interno, il luogo era completamente spoglio eccezion fatta per quello che sembrava un sarcofago ed era poggiato a terra alla mia destra.
Mi diressi con risolutezza verso di esso e lo osservai a lungo cercando di coglierne ogni minimo dettaglio utile a far luce sulle stranezze di quel posto, sperando profondamente che esistesse un modo per fuggire da quella prigione di roccia in cui la trappola mi aveva scaraventato.
Sul coperchio del grosso sarcofago erano stati scolpiti alcuni quadrati e ciascuno di essi recava un simbolo incorniciato dal perimetro stesso del quadrato: riconobbi subito quello che interpretai come l’immagine di una bella donna, provocante e prosperosa. Nel secondo, un cavallo imbizzarrito, con gli zoccoli anteriori protesi in avanti e la folta criniera ondeggiante nel vento. Nel terzo un vecchio curvo, con un’espressione di superbia dipinta sul volto. Nel quarto era invece raffigurato un giovane soldato fregiato del particolare emblema di un leone ruggente.
Il quinto ed ultimo simbolo, infine, rappresentava un sole, un cerchio perfetto contornato di raggi che sembrava luminoso pur essendo inciso nella nuda roccia, tanto era ben disegnato.
Che cosa vorrebbero dire questi simboli? Non hanno alcun nesso tangibile l’uno con l’altro e se ce l’hanno io non sono in grado di individuarlo…
Mi spostai deluso dal sarcofago, su cui avevo riposto le mie speranza ma che non era stato in grado di fornirmi indicazioni utili. Mi avvicinai alla parete che avevo di fronte ed iniziai a scrutarla in cerca di qualche segno, una particolare incisione… qualsiasi cosa.
Ebbi un sussulto: di fronte a me, a pochi centimetri dal mio naso, c’erano 5 simboli, di fattura molto simile a quella usata per i quadrati raffigurati sul sarcofago.
Il primo simbolo era un’aquila reale in picchiata con una lucertola guizzante tra gli artigli acuminati, il secondo era una spada bilama con un’elsa tondeggiante ed un’impugnatura con pomolo appuntito.
Il terzo raffigurava un grosso albero con un’ampia chioma ed il quarto invece un libro aperto. Infine osservai il quinto ed ultimo simbolo.
Possibile che sia questa la soluzione?
Il quinto simbolo era un sole raggiante, della stessa foggia di quello che avevo ammirato poco prima, scolpito sul coperchio del sarcofago.
Cosa stanno a significare questi simboli? Le figure geometriche in cui sono incorniciate sembrano totalmente avulse dal resto della pietra di cui è costituita questa parete. Sembra… Sembra quasi che siano leggermente sporgenti… Appoggiai lievemente il dito su quel quinto simbolo e mi sembrò che fosse possibile muoverlo.
Il sole. Rappresenta la luce, il calore… E’ in totale opposizione col buio opprimente e con la fredda umidità che permeano questa stanza…
Ero tormentato da un indicibile dubbio.
Dovrei spingerlo? Sembra che sia possibile farlo rientrare all’interno della parete.. Ma cosa succede se lo faccio?
Esitai qualche altro minuto ma infine mi convinsi che l’attesa e la consunzione in quel luogo da cui non sembrava potesse esserci via d’uscita erano infinitamente peggio da qualsiasi cosa mi poteva riservare l’azione di premere quel simbolo.
Con la mano destra incerta e tremolante accarezzai di nuovo il sole in leggero rilievo e raccogliendo le mie forze chiusi gli occhi e lo spinsi con forza.
Il colpo mi mozzò il respiro ed impiegai alcuni minuti per recuperare fiato e riprendermi dalla paura e dal dolore per la caduta. Mi massaggiai a lungo la schiena, torcendo il collo per assicurarmi che nessun osso fosse fuori dal suo alloggiamento o addirittura rotto.
Non appena fui certo di non aver riportato gravi lesioni, ritornai in me e cercai di studiare il nuovo ambiente in cui ero inaspettatamente piombato: era una stanza di media grandezza, con pareti di pietra su tutti e quattro i lati. Non v’era quasi nulla all’interno, il luogo era completamente spoglio eccezion fatta per quello che sembrava un sarcofago ed era poggiato a terra alla mia destra.
Mi diressi con risolutezza verso di esso e lo osservai a lungo cercando di coglierne ogni minimo dettaglio utile a far luce sulle stranezze di quel posto, sperando profondamente che esistesse un modo per fuggire da quella prigione di roccia in cui la trappola mi aveva scaraventato.
Sul coperchio del grosso sarcofago erano stati scolpiti alcuni quadrati e ciascuno di essi recava un simbolo incorniciato dal perimetro stesso del quadrato: riconobbi subito quello che interpretai come l’immagine di una bella donna, provocante e prosperosa. Nel secondo, un cavallo imbizzarrito, con gli zoccoli anteriori protesi in avanti e la folta criniera ondeggiante nel vento. Nel terzo un vecchio curvo, con un’espressione di superbia dipinta sul volto. Nel quarto era invece raffigurato un giovane soldato fregiato del particolare emblema di un leone ruggente.
Il quinto ed ultimo simbolo, infine, rappresentava un sole, un cerchio perfetto contornato di raggi che sembrava luminoso pur essendo inciso nella nuda roccia, tanto era ben disegnato.
Che cosa vorrebbero dire questi simboli? Non hanno alcun nesso tangibile l’uno con l’altro e se ce l’hanno io non sono in grado di individuarlo…
Mi spostai deluso dal sarcofago, su cui avevo riposto le mie speranza ma che non era stato in grado di fornirmi indicazioni utili. Mi avvicinai alla parete che avevo di fronte ed iniziai a scrutarla in cerca di qualche segno, una particolare incisione… qualsiasi cosa.
Ebbi un sussulto: di fronte a me, a pochi centimetri dal mio naso, c’erano 5 simboli, di fattura molto simile a quella usata per i quadrati raffigurati sul sarcofago.
Il primo simbolo era un’aquila reale in picchiata con una lucertola guizzante tra gli artigli acuminati, il secondo era una spada bilama con un’elsa tondeggiante ed un’impugnatura con pomolo appuntito.
Il terzo raffigurava un grosso albero con un’ampia chioma ed il quarto invece un libro aperto. Infine osservai il quinto ed ultimo simbolo.
Possibile che sia questa la soluzione?
Il quinto simbolo era un sole raggiante, della stessa foggia di quello che avevo ammirato poco prima, scolpito sul coperchio del sarcofago.
Cosa stanno a significare questi simboli? Le figure geometriche in cui sono incorniciate sembrano totalmente avulse dal resto della pietra di cui è costituita questa parete. Sembra… Sembra quasi che siano leggermente sporgenti… Appoggiai lievemente il dito su quel quinto simbolo e mi sembrò che fosse possibile muoverlo.
Il sole. Rappresenta la luce, il calore… E’ in totale opposizione col buio opprimente e con la fredda umidità che permeano questa stanza…
Ero tormentato da un indicibile dubbio.
Dovrei spingerlo? Sembra che sia possibile farlo rientrare all’interno della parete.. Ma cosa succede se lo faccio?
Esitai qualche altro minuto ma infine mi convinsi che l’attesa e la consunzione in quel luogo da cui non sembrava potesse esserci via d’uscita erano infinitamente peggio da qualsiasi cosa mi poteva riservare l’azione di premere quel simbolo.
Con la mano destra incerta e tremolante accarezzai di nuovo il sole in leggero rilievo e raccogliendo le mie forze chiusi gli occhi e lo spinsi con forza.
Scheda di Jointaku Yakushi:
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da Soysalserocubano Dom Lug 20 2014, 14:02
- Codice:
Il giovane ninja cliccò il tasto sbagliato così la stanza dove si trovava restrinse le pareti e si trasformò in un corridoio lungo irto di trappole rotanti che ferirono il ragazzo. Dopo la lunga discesa si ritrovo in un' ulteriore stanza che aveva 2 Porte con 2 statue di troll davanti. Fre le 2 strade c'era un marmo con su scritto le istruzioni per superare le due porte. Ora doveva scegliere.
Dovrai metterti davanti ad una delle 2 porte e il troll della porta scelta si animerà. Potrai porgli una sola domanda per poi scegliere una direzione. Uno dei due troll è bugiardo, mentre l' altro dice la verità.
- Istruzioni:
- Hai sbagliato scelta, nella valutazione ti dirò cosa avresti dovuto descrivere. 3 Post da almeno 10 righe in cui nel primo racconti la scena delle pareti che ti schiacciano e diventano corridoio, nel secondo la stanza in cui ti trovi mentre nel terzo post la scelta che fai.
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Lun Lug 21 2014, 11:54
Spinsi il tasto su cui era raffigurato il sole lucente e attesi, senza nemmeno inspirare, che succedesse qualcosa, qualsiasi cosa. Sperando ovviamente che fosse qualcosa di positivo per me.
Le mie ottimistiche aspettative furono però disattese da quanto accadde di lì a qualche secondo: le pareti attorno a me si restrinsero e si aprirono su uno strettissimo corridoio. Se per un attimo credei di essere a cavallo, dovetti ricredermi nel momento in cui, di nuovo, sentii un rumore disgraziatamente troppo simile a quello udito poco prima di piombare all’interno della botola che sbucava nella stanza del sarcofago.
Scostai immediatamente la mano destra dalla parete sentendola leggermente vibrare in maniera alquanto sinistra.
Che diavolo sta succedendo?
Improvvisamente uno scomparto si spalancò nella nuda roccia che sembrava essere costituita di un blocco unico e senza scanalature e intercapedini: da esso fuoriuscì con un rumore fragoroso di metallo stridente, una grossa lama circolare che, rotando vorticosamente, mi ferì all’addome senza che potessi accorgermi della sua eccessiva vicinanza ai miei tessuti.
Maledizione! Ho sbagliato simbolo… eppure ero così sicuro…
Momentaneamente paralizzato per la sorpresa e la paura, indietreggiai tremando e sbattei contro la parete opposta. Neppure il tempo di rendermene conto ed avvertii un sonoro “clac” cui seguì immediatamente l’arrivo di un nuovo pericolo: la parete di sinistra continuò ad avvicinarsi minacciosamente a quella di destra che nel frattempo si muoveva lentamente. Il passaggio si stava assottigliando pericolosamente e nel frattempo una nuova lama mi inflisse una seconda ferita alla schiena. Boccheggiai per l’intenso dolore ma mi riscossi immediatamente grazie all’adrenalina che il mio corpo produceva in abbondanza allo scopo di reagire all’incombente emergenza.
Accusai entrambi i colpi ma accelerai il passo e nonostante il fastidioso dolore fui in grado di superare quel pericoloso percorso stracolmo di minacce ben celate; dovetti compiere gli ultimi metri ponendomi di profilo, altrimenti non sarei riuscito a passare evitando le lame.
Sbucai in una stanza del tutto nuova e mi concessi qualche istante di calma per riprendere fiato e tranquillizzarmi.
Le mie ottimistiche aspettative furono però disattese da quanto accadde di lì a qualche secondo: le pareti attorno a me si restrinsero e si aprirono su uno strettissimo corridoio. Se per un attimo credei di essere a cavallo, dovetti ricredermi nel momento in cui, di nuovo, sentii un rumore disgraziatamente troppo simile a quello udito poco prima di piombare all’interno della botola che sbucava nella stanza del sarcofago.
Scostai immediatamente la mano destra dalla parete sentendola leggermente vibrare in maniera alquanto sinistra.
Che diavolo sta succedendo?
Improvvisamente uno scomparto si spalancò nella nuda roccia che sembrava essere costituita di un blocco unico e senza scanalature e intercapedini: da esso fuoriuscì con un rumore fragoroso di metallo stridente, una grossa lama circolare che, rotando vorticosamente, mi ferì all’addome senza che potessi accorgermi della sua eccessiva vicinanza ai miei tessuti.
Maledizione! Ho sbagliato simbolo… eppure ero così sicuro…
Momentaneamente paralizzato per la sorpresa e la paura, indietreggiai tremando e sbattei contro la parete opposta. Neppure il tempo di rendermene conto ed avvertii un sonoro “clac” cui seguì immediatamente l’arrivo di un nuovo pericolo: la parete di sinistra continuò ad avvicinarsi minacciosamente a quella di destra che nel frattempo si muoveva lentamente. Il passaggio si stava assottigliando pericolosamente e nel frattempo una nuova lama mi inflisse una seconda ferita alla schiena. Boccheggiai per l’intenso dolore ma mi riscossi immediatamente grazie all’adrenalina che il mio corpo produceva in abbondanza allo scopo di reagire all’incombente emergenza.
Accusai entrambi i colpi ma accelerai il passo e nonostante il fastidioso dolore fui in grado di superare quel pericoloso percorso stracolmo di minacce ben celate; dovetti compiere gli ultimi metri ponendomi di profilo, altrimenti non sarei riuscito a passare evitando le lame.
Sbucai in una stanza del tutto nuova e mi concessi qualche istante di calma per riprendere fiato e tranquillizzarmi.
Scheda di Jointaku Yakushi:
Stato Fisico: Taglio lieve al petto, Taglio lieve alla schiena.
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Lun Lug 21 2014, 12:26
Sbucai in una nuova stanza, irritato per il tempo che stavo perdendo, non tanto per il time-out che il monaco mi aveva obbligato a rispettare bensì perché ogni minuto sprecato era un assottigliamento delle probabilità, già risicate, che mi rimanevano di catturare lo sfuggente ladro di manufatti.
Mi guardai intorno: mi trovavo in un ambiente vuoto e scarno, null’altro che pareti ruvide sui tre lati dietro e di lato rispetto alla mia posizione; un soffitto basso e spigoloso, incombente sulla mia figura come se fosse pronto a schiacciarmi inesorabilmente.
Dove sono finito? Qual è lo scopo di questa caverna piena di trappole ed enigmi?
Di fronte a me, infine, notai due porte, apparentemente identiche, sormontate da due troll di pietra dalle orrende fattezze che sembravano voler impedire con la loro robusta corporatura chiunque volesse tentare l’ingresso ad una delle due porte. Mi soffermai a guardare quei volti orripilanti e deformi.
Saranno pure grossi e mostruosi ma sono pur sempre di pietra… purtroppo ora però mi ritrovo invischiato nel medesimo dubbio di poco fa: un bivio senza informazioni grazie alle quali preferire una via piuttosto che un’altra.
Mi avvicinai alle due enormi sculture in pietra e il mio sguardo andò su una grossa targa di marmo che faceva bella mostra di sé nel bel mezzo della stanza, svettante e maestosa tra le due imponenti statue.
Non appena fui a distanza sufficiente da consentirmi di leggere le iscrizioni scolpite su di essa ebbi un sussulto.
E’ un indovinello… Allora esiste un modo per azzeccare la strada esatta senza affidarsi unicamente al caso infausto!
Mi guardai intorno: mi trovavo in un ambiente vuoto e scarno, null’altro che pareti ruvide sui tre lati dietro e di lato rispetto alla mia posizione; un soffitto basso e spigoloso, incombente sulla mia figura come se fosse pronto a schiacciarmi inesorabilmente.
Dove sono finito? Qual è lo scopo di questa caverna piena di trappole ed enigmi?
Di fronte a me, infine, notai due porte, apparentemente identiche, sormontate da due troll di pietra dalle orrende fattezze che sembravano voler impedire con la loro robusta corporatura chiunque volesse tentare l’ingresso ad una delle due porte. Mi soffermai a guardare quei volti orripilanti e deformi.
Saranno pure grossi e mostruosi ma sono pur sempre di pietra… purtroppo ora però mi ritrovo invischiato nel medesimo dubbio di poco fa: un bivio senza informazioni grazie alle quali preferire una via piuttosto che un’altra.
Mi avvicinai alle due enormi sculture in pietra e il mio sguardo andò su una grossa targa di marmo che faceva bella mostra di sé nel bel mezzo della stanza, svettante e maestosa tra le due imponenti statue.
Non appena fui a distanza sufficiente da consentirmi di leggere le iscrizioni scolpite su di essa ebbi un sussulto.
E’ un indovinello… Allora esiste un modo per azzeccare la strada esatta senza affidarsi unicamente al caso infausto!
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Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Lun Lug 21 2014, 13:09
Rilessi più volte quell’arcano e più i miei occhi scorrevano tra quelle enigmatiche parole più mi convincevo di essere ad un passo dall’afferrare la soluzione.
Ma certo, ci sono!
Estrassi il mio taccuino e sedendomi a terra espletai gli ultimi dettagli che mi avrebbero consentito di essere sicuro al 100% che la risoluzione che avevo ideato era senz’altro quella corretta.
E’ così! Non può essere che così!
Mi avvicinai ad una delle due statue, quella a destra, anche se non avrebbe fatto alcuna differenza. Non appena si animò, rispettando le predizioni iscritte sulla stele marmorea, osservai il troll, il volto aspro, orripilante, deformato da chissà quale tremenda teratogenesi, contratto in un’espressione malvagia ed ostile. Il ventre prominente, abnormemente cresciuto, un gonnellino lacero e due gambe tozze e storte culminanti nei piedi nudi e deformi.
Inspirai e d’un fiato, rivolgendomi alla figura poco prima esanime, pronunciai le parole risolutive, esponendo la mia unica ma decisiva domanda.
Se chiedessi all’altra statua qual è la giusta via… che cosa mi risponderebbe?
Rompicapo alquanto interessante, devo ammetterlo!
Se la statua cui mi sono rivolto è quella sincera allora riporterà alla perfezione l’eventuale risposta dell’altra statua, in altre parole quella bugiarda. Essendo l’altra statua, per esclusione quella mentitrice, la prima statua riporterà esattamente il falso.
Se invece questa statua con cui sto parlando è quella bugiarda allora stravolgerà la risposta sincera dell’altra statua e riporterà nuovamente il falso.
In entrambi i casi, in sintesi, la risposta sarà la stessa e corrisponderà al falso.
Non appena la statua avesse risposto alla mia domanda, avrei scelto la porta opposta a quella indicata, sicuro che le sue parole corrispondevano al falso senza alcun dubbio.
Ma certo, ci sono!
Estrassi il mio taccuino e sedendomi a terra espletai gli ultimi dettagli che mi avrebbero consentito di essere sicuro al 100% che la risoluzione che avevo ideato era senz’altro quella corretta.
E’ così! Non può essere che così!
Mi avvicinai ad una delle due statue, quella a destra, anche se non avrebbe fatto alcuna differenza. Non appena si animò, rispettando le predizioni iscritte sulla stele marmorea, osservai il troll, il volto aspro, orripilante, deformato da chissà quale tremenda teratogenesi, contratto in un’espressione malvagia ed ostile. Il ventre prominente, abnormemente cresciuto, un gonnellino lacero e due gambe tozze e storte culminanti nei piedi nudi e deformi.
Inspirai e d’un fiato, rivolgendomi alla figura poco prima esanime, pronunciai le parole risolutive, esponendo la mia unica ma decisiva domanda.
Se chiedessi all’altra statua qual è la giusta via… che cosa mi risponderebbe?
Rompicapo alquanto interessante, devo ammetterlo!
Se la statua cui mi sono rivolto è quella sincera allora riporterà alla perfezione l’eventuale risposta dell’altra statua, in altre parole quella bugiarda. Essendo l’altra statua, per esclusione quella mentitrice, la prima statua riporterà esattamente il falso.
Se invece questa statua con cui sto parlando è quella bugiarda allora stravolgerà la risposta sincera dell’altra statua e riporterà nuovamente il falso.
In entrambi i casi, in sintesi, la risposta sarà la stessa e corrisponderà al falso.
Non appena la statua avesse risposto alla mia domanda, avrei scelto la porta opposta a quella indicata, sicuro che le sue parole corrispondevano al falso senza alcun dubbio.
Scheda di Jointaku Yakushi:
Stato Fisico: Illeso
Stato Mentale:Risoluto
Forza: 7
Resistenza: 7
Velocità: 6
Chakra: 90
Equipaggiamento:
1 x Shuriken Gigante (nel rotolo di pergamena)
5 x Carta Bomba (nel rotolo di pergamena)
4 x Bomba di luce
19 x Shuriken Astro
7 x Fumogeni
ShinraTensei- Messaggi : 668
Data d'iscrizione : 10.03.14
Età : 31
Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da Soysalserocubano Mar Lug 22 2014, 12:33
- Codice:
Il giovane ninja entrò nella porta opposta a quella indicata la statua e si ritrovò alla fine della cava di pietra dov' era entrato. Ma si ritrovò in una brutta situazione.
- Codice:
Bashi
All' improvviso una parete della cava si aprì magicamente Un jutsu? e dal buco appena aperto apparì un tizio vestito come un chirurgo. Un coprifronte di Oto eh... maledetti ninja.
Misi a sicuro la statuetta e alzandomi, visto che il mio avversario ancora non si era accorto di me, gli lanciai uno shuriken dalla distanza di 6 metri verso la sua spalla più vicina, la destra.
Ehi ragazzino va via di qui, ti stai cacciando in guai più grandi di te! Mentre dicevo questo mi allontanai da lui portandomi a 10 metri di distanza.
Misi a sicuro la statuetta e alzandomi, visto che il mio avversario ancora non si era accorto di me, gli lanciai uno shuriken dalla distanza di 6 metri verso la sua spalla più vicina, la destra.
ShurikenLimitazione: Tutti
- Spoiler:
Tipo: Arma
Grado: Genin
Chakra: //
Descrizione: Arma metallica da lancio a forma di stella. E più rapido e più leggero del kunai, ma anche meno pericoloso. Anche quest' arma presenta il solito foro da usare per creare combinazioni personalizzate con altre armi, grazie all' uso di filo metallico. Gli shuriken viaggiano ad una velocità pari a quella del lanciatore e se vanno a segno causano danni lievi.
Attesi che lo shuriken si trovasse a meno di 2 metri per parlargli.V: 6
Ehi ragazzino va via di qui, ti stai cacciando in guai più grandi di te! Mentre dicevo questo mi allontanai da lui portandomi a 10 metri di distanza.
Statishiche Bashi
Stato fisico: Illeso
Forza: ?
Resistenza: ?
Velocità: ?
Chakra: ?
Equipaggiamento:
?
Soysalserocubano- Messaggi : 1528
Data d'iscrizione : 24.01.14 -
Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da ShinraTensei Mar Lug 22 2014, 13:20
Attesi la risposta alla mia domandae non appena la ricevetti, varcai la porta opposta a quella indicata dalla statua cui mi ero rivolto e di nuovo dovetti metaforicamente incrociare le dita augurandomi che la mia logica non avesse fatto cilecca.
Sbucai in un ambiente totalmente nuovo, molto più ampio e arioso di quelli in cui mi ero ritrovato precedentemente. Ad un primo, veloce sguardo, mi sembrò che non ci fossero strani oggetti o feticci all’interno della stanza, perlomeno non nelle immediate vicinanze. Mi apprestai ad avanzare all’interno di quello strano luogo ma improvvisamente una voce tuonò inaspettatamente nella sala, facendomi sussultare.
Ehi ragazzino va via di qui, ti stai cacciando in guai più grandi di te!
Ma cosa!?
Mi voltai velocemente nella direzione da cui proveniva quella voce ma non feci a tempo a verificare chi fosse la fonte di quel rumore che uno shuriken si avvicinò pericolosamente a me piantandosi quindi nella mia spalla destra. Il dolore fu acuto e fastidioso ma sopportabile; estrassi l’arma dalla mia carne e la gettai a terra con rabbia facendo correre lo sguardo ovunque per poter scovare chi avesse scagliato lo shuriken.
Notai una figura a circa 10 m di distanza da me e realizzai immediatamente che era lui il mio nemico.
Se mi ha attaccato così senza motivo evidentemente non apprezza la compagnia… Non ho tempo di scoprire il perché, devo contrattaccare!
Afferrai due shuriken astro dal portaoggetti e tenendoli ben stretti nelle due mani scattai verso il mio avversario con un movimento zigzagante. Scagliai il primo, quello nella mano sinistra, da 8 m di distanza, mirando alla sua spalla sinistra ed infine lanciai il secondo da 6 m mirando stavolta alla sua gamba sinistra.
Scagliato il ninjutsu mi sarei quindi allontanato fino a portarmi a 6 m di distanza dal nemico, aspettando una sua contromossa che mi sarebbe stata utile per poterlo studiare e per farmi quindi un’idea sulle sua capacità ninja e sulle sue abilità.
Sbucai in un ambiente totalmente nuovo, molto più ampio e arioso di quelli in cui mi ero ritrovato precedentemente. Ad un primo, veloce sguardo, mi sembrò che non ci fossero strani oggetti o feticci all’interno della stanza, perlomeno non nelle immediate vicinanze. Mi apprestai ad avanzare all’interno di quello strano luogo ma improvvisamente una voce tuonò inaspettatamente nella sala, facendomi sussultare.
Ehi ragazzino va via di qui, ti stai cacciando in guai più grandi di te!
Ma cosa!?
Mi voltai velocemente nella direzione da cui proveniva quella voce ma non feci a tempo a verificare chi fosse la fonte di quel rumore che uno shuriken si avvicinò pericolosamente a me piantandosi quindi nella mia spalla destra. Il dolore fu acuto e fastidioso ma sopportabile; estrassi l’arma dalla mia carne e la gettai a terra con rabbia facendo correre lo sguardo ovunque per poter scovare chi avesse scagliato lo shuriken.
Notai una figura a circa 10 m di distanza da me e realizzai immediatamente che era lui il mio nemico.
Se mi ha attaccato così senza motivo evidentemente non apprezza la compagnia… Non ho tempo di scoprire il perché, devo contrattaccare!
Afferrai due shuriken astro dal portaoggetti e tenendoli ben stretti nelle due mani scattai verso il mio avversario con un movimento zigzagante. Scagliai il primo, quello nella mano sinistra, da 8 m di distanza, mirando alla sua spalla sinistra ed infine lanciai il secondo da 6 m mirando stavolta alla sua gamba sinistra.
Shuriken Ad Astro
Limitazione: Tutti
Tipo: Arma
Grado: Genin
Chakra: //
Descrizione: Totalmente privi di foro al centro come i classici shuriken e i lontani ed ambigui parenti a tre punte, questi shuriken si presentano con otto punte affilate, fini ed aguzze, con un corpo piatto e fine che dona loro una buona aerodinamicità tanto da viaggiare ad una velocità maggiorata del 10%. Possono arrecare una ferita lieve.
Non appena l’arma avesse lasciato le mie dita, avrei congiunto le mani componendo due sigilli senza smettere di correre e non appena avessi accumulato sufficiente chakra raiton nella mano sinistra, da 4 m di distanza, avrei generato un lupo di fulmine sul mio palmo scagliandolo verso il mio avversario, direzionando il jutsu precisamente verso la gamba destra.V:6,6=7
Arte del fulmine: Tecnica del Lupo di Fulmine - Raiton: Ookami Inazuma No Jutsu
Limitazione: Otogakure no Sato
Tipo: Ninjutsu
Grado: Genin
Chakra: Fulmine
Sigilli: 2
Descrizione: Dopo la composizione dei 2 sigilli l' utilizzatore creare un lupo tramite il proprio elemento fulmine alto 40 centimetri e lungo 80 centimetri. Il Jutsu si genererà nel palmo della mano dell' utilizzatore, per il lupo si dirigerà verso il nemico che se viene colpito subirà una ferita da ustione oltre ad una paralisi di un turno sull' arto colpito. La tecnica s' estende per massimo 7 metri, poi svanisce.
Consumo chakra: 9
F:7,7=8 ; V: 6,6=7
Scagliato il ninjutsu mi sarei quindi allontanato fino a portarmi a 6 m di distanza dal nemico, aspettando una sua contromossa che mi sarebbe stata utile per poterlo studiare e per farmi quindi un’idea sulle sua capacità ninja e sulle sue abilità.
Scheda di Jointaku Yakushi:
Stato Fisico: Illeso
Stato Mentale: Concentrato
Forza: 7
Resistenza: 7
Velocità: 6
Chakra: 90-9=81
Equipaggiamento:
1 x Shuriken Gigante (nel rotolo di pergamena)
5 x Carta Bomba (nel rotolo di pergamena)
4 x Bomba di luce
17 x Shuriken Astro (2 lanciati)
7 x Fumogeni
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Data d'iscrizione : 10.03.14
Età : 31
Re: Missione Liv. D : La statuetta (ShinraTensei)
Da Soysalserocubano Mer Lug 23 2014, 14:02
- Codice:
Bashi
Dopo averlo colpito con lo shuriken la spalla destra, il ragazzo passò subito ad attaccarmi mentre io mi preparavo a difendermi. Mi lanciò uno shuriken verso la mia spalla sinistra mentre io componevo l' unico sigillo che la tecnica che volevo usare richiedesse. Mi spostai verso la mia destra quando vidi lanciarmi contro un secondo shuriken sempre verso il lato sinistro del mio corpo. Mi fu facile evitarlo continuando a spostarmi verso destra e accumulando chakra vento, infatti gli shuriken passarono lontani da me. A 4 metri di distanza utilizzò un jutsu elettrico che prese la forma di un lupo mentre io gli lancia contro la mia tecnica.
Arte del vento: Danza dei Petali Cadenti - Fūton: Anachiri Mai
Limitazione: Sunagakure no Sato
Tipo: Ninjutsu
Grado: Genin
Chakra: Vento
Sigilli: 1
Descrizione: Il ninja compone il sigillo necessario e inizia a concentrare chakra vento. In questo modo viene creato un tornado di petali alto 2 metri e di diametro di 50 centimetri che si abbatte sull' avversario procurandogli lacerazioni. La direzione del tornado è rettilinea e la velocità è superiore del 20% rispetto a quella del ninja.
Consumo chakra: 9
Il tornado spazzò via il lupo in men che non si dica e proseguì dritto verso il petto del mio avversario che stava allontanandosi da me fino a portarsi a 6 metri totali. Iniziai ad accumulare chakra terra nella mano sinistra per formare una sfera di 10 centimetri e avvolgerla di chakra vento. Scattai con un movimento a mezzaluna sul mio lato sinistro e quando fui a 4 metri dall' avversario mirai con la mani sinistra verso la gamba sinistra.V:9 F:8
V:7
Arte del vento e della terra : Palla di roccia - Doton / Fūton : Iwa no Boru
Limitazione: Sunagakure no Sato
Tipo: Ninjutsu
Grado: Genin
Chakra: Vento / Chakra Terra
Sigilli: //
Descrizione: Il ninja concentra il chakra terra in una mano, comprimendolo fino a dargli la forma di una sfera di una decina di centimetri di diametro. A quel punto l’ utilizzatore deve semplicemente impugnare la sfera e lanciarla verso un bersaglio. La sfera causa danni da contusione vista la sua durezza, e viaggia in linea retta fino a 6 metri. Inoltre è possibile, durante la creazione della sfera, avvolgerla tramite un sottile strato di chakra vento che ne copre le asperità e la rende più aerodinamica, aumentando la sua velocità del 30%.
Consumo chakra: 8 per la sfera + 5 per immettere chakra vento
Avrei continuato il mio movimento in modo che se l'avversario fosse scattato verso la sua destra l' avrei incontrato e gli avrei tirato un pugno sul petto. Se invece avesse scelto di scattare verso la sua sinistra mi sarei allontanato da lui fino a portarmi a 8 metri.V:10 F:8
Statishiche Bashi
Stato fisico: Illeso
Forza: ?
Resistenza: ?
Velocità: ?
Chakra: ?
Equipaggiamento:
?
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